Da quindici anni tre giovani sardi hanno creato un’azienda che dа vita ad automi in grado di ottimizzare le produzioni e migliorare il lavoro
«Da ragazzi vedevamo tutto questo come un mondo che forse non avremmo mai vissuto, eppure oggi siamo noi a raccontare il futuro». Predda Niedda, strada 11: al numero 14 c’è la sede di Matica Srl, azienda sassarese system integrator che dà vita ai robot. Fa questo, ma fa anche tanto altro, da quasi 15 anni. La curiosità si accende, perché la parola (robot) è forte. Forte come la suggestione che rimanda al mondo della celluloide, quello che a cavallo fra vecchio e nuovo millennio ha raccontato l’evoluzione di un fenomeno molto spesso assimilato al futuro. Un futuro in cui la robotica, le sue “leggi” e i robot sono protagonisti sulla scena. Anche quella dell’imprenditoria sarda, anche in settori tradizionali.
«Oggi i robot protagonisti lo sono già e lo saranno sempre di più, ma in sinergia con l’uomo e a supporto delle attività dell’uomo stesso e delle nuove specializzazioni e professioni – affermano i tre soci fondatori di Matica, Fabio, Gerolamo e Gian Luca –. L’automazione è andata avanti con il passare del tempo. Per questo siamo sempre alla ricerca di nuove figure professionali, ci siamo aggiornati e preparati puntando ancora più forte sul settore dell’automazione, sul system integrator, sulla robotica. Lavorare sulla programmazione, sui robot significava andare avanti. Non sembra, ma in Sardegna ce ne sono diversi spesso dove uno non se lo aspetta: penso al caseificio Pinna di Thiesi e alla Sella& Mosca. Avremo compiuto una ventina di interventi di questo tipo nell’isola».
Sullo schermo della memoria passano immagini dello storico e pionieristico “Metropolis”, 1927. Si torna indietro sino a R2-D2 e C-3PO del colossal “Guerre Stellari”, 1977. E ancora “Blade Runner” (1982) e “Robocop” (1990), i recenti e filosofici “A.I. Intelligenza Artificiale” (2001) o “Io Robot”, del 2004, senza dimenticare il piccolo capolavoro di animazione “Wall-E”, 2008.
Reattività. Ma questa è fantascienza. Non scienza. Il cinema, da copione, ha enfatizzato il tutto, accelerando un processo che, declinato al presente, può essere meno scintillante e urlato, ma come nel caso di Matica, mantiene intatto il fascino della scoperta legata allo sviluppo di un’automazione utile e funzionale al miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita. Ma è un mondo molto complesso e competitivo. Nel caso di Matica, anche quando sono cominciate ad arrivare le prime commesse da grandi aziende come Eurallumina, Tiscali ed Endesa, «non è stato tutto rose e fiori – raccontano i tre fondatori –. La gente ci contattava, apprezzava il nostro passato ma poi ci chiedeva quanto fatturavamo e in quanti operavamo sul campo. Eravamo in tre, solo noi tre e fatturavamo poco. Spesso ci chiudevano la porta in faccia. Ma quando si palesava l’emergenza, l’esigenza di un supporto immediato o il problema a un impianto, mentre i tempi di attesa per l’arrivo dell’assistenza dalla Penisola si allungavano spesso a dismisura sino a fermare per tre quattro giorni gli impianti, noi eravamo pronti, operativi, reattivi. Eravamo la risposta all’esigenza. Abbiamo trasformato l’insularità nella nostra forza». Come il mister Wolf di “Pulp fiction”, Matica risolveva problemi e intanto si ritagliava un ruolo prezioso sul mercato sardo che è diventato il lasciapassare per quello italiano. La parola robot affonda le sue radici nella lingua ceca (robota), trova nello scrittore Isaac Asimov un estimatore mentre sul dizionario Treccani è definita come «apparato meccanico ed elettronico programmabile, impiegato nell’industria, in sostituzione dell’uomo, per eseguire automaticamente e autonomamente lavorazioni e operazioni ripetitive, o complesse, pesanti e pericolose».
Liberazione. Robotica da impiegare nel quotidiano, spiegano Fabio, Gerolamo e Gian Luca, «in tutti quei lavori alienanti, ripetitivi e di fatica che potrebbero mettere a rischio la salute dell’individuo. L’investimento nei robot libera l’essere umano consentendogli di concentrarsi su altre cose da fare, sulla specializzazione. In prospettiva? Pensate all’edilizia, con potenziale azzeramento dei carichi di produzione. O alla gestioni di grandi archivi». A Sassari tutto comincia nel 2005. Fabio Fraternale e Gerolamo Porcu vivevano un’esperienza professionale in un azienda operante nel campo dell’ingegneria meccanica e dell’automazione, ma non erano soddisfatti della strada intrapresa e della gestione globale del progetto. Gian Luca Manca operava invece nell’ambito del commerciale, e aveva collaborato con loro. «Partivamo da una condizione di insoddisfazione e dalla convinzione che si potesse fare di più – spiegano –. Al contempo ritenevamo la componente commerciale, non percepita come necessaria, essere invece fondamentale per la crescita e lo sviluppo di una azienda».
Squadra al completo. Braccia e menti si fondono, l’idea prende forma: «Significava archiviare definitivamente vent’anni di esperienza maturata in quella struttura, non è stata una scelta a cuor leggero», dice Gerolamo, cui fa eco Fabio: «Anche io mi ero formato in quell’azienda, ma le contingenze (e il nostro sguardo rivolto oltre quello che al momento rappresentava il nostro orizzonte) mi hanno convinto, ci hanno convinti a tentare». La scelta è stata maturata in tre: «Tutto stava in piedi soltanto se la squadra si presentava al completo all’appuntamento con la sfida. Abbiamo iniziato così, a partita Iva e forti delle nostre competenze: ognuno dava il suo contributo in termini di background ma senza un portafoglio clienti o commesse avviate che ci potessero garantire certezze». Nel 2005, dunque, nasce ufficialmente Matica, operante nel campo del software legato allo sviluppo di automazione e ingegneria, prevalentemente in impianti già esistenti. «Ci siamo inventati il nome, che è poi la parte finale di informatica, pneumatica, automatica, di tante parole insomma che hanno a che fare con il nostro quotidiano – raccontano –. Sul fronte aziendale abbiamo sfruttato il valore delle persone e della nostra professionalità. Alcuni clienti conoscevano i nostri nomi, ma non conoscevano Matica». I progressi individuali e la forza del commerciale spingono forte un’azienda nuova ma capace di fornire sicurezza, capacità e professionalità. Oggi sono 30 le persone che lavorano per l’azienda, Matica ha un sito internet ed è presente attivamente sui social. «Se la scelta del 2005 ha avuto un futuro, se siamo cresciuti, è grazie alle forti motivazioni e al grande attaccamento all’azienda dei nostri validi collaboratori: gruppo preparato e affiatato che fa la differenza».
Progetti e accordi. Matica attualmente è coinvolta in progetti di innovazione con le Università di Sassari e Cagliari, e ha stipulato importanti accordi con l’Università di Pisa: «Proprio l’università è orizzonte possibile per creare nuove opportunità». Programmatori Plc, Dcs e Robotica, elettromeccanici sono professionalità ricercate: «La situazione in Sardegna è difficile, ma anche fuori è tosta. Diciamo che le professionalità citate, se fossero disponibili, troverebbero lavoro tranquillamente». Matica, system integrator per eccellenza, diversifica le sue attività e si occupa come detto di automazione ma anche di industria 4.0 & smart factory, soluzioni innovative integrate all’esistente, energia (impianti fotovoltaici e solari termici), impianti, assistenza e manutenzione, caldo e freddo (impianti e centrali termiche e frigorifere), quadri elettrici industriali e software di supervisione: «Sono stati i clienti ad aiutarci a crescere: noi abbiamo messo a disposizione le capacità, loro avevano l’esigenza. C’era da organizzare un quadro elettrico, poi da sviluppare un software di gestione, quindi da fornire l’assistenza. Un circolo virtuoso, e continuo».
Tornando ad automazione e robotica, quali sono i tempi di progettazione e realizzazione? «In assoluto diciamo che ciò che ora può sembrare fantasia diventa realtà in tempi zero rispetto al passato. Venti anni fa la trasmissione dati viaggiava a velocità ridicole, oggi robot e utilizzatore possono stare in due parti diverse del mondo pur interagendo come se fossero nello stesso ambiente – spiegano i fondatori di Matica –. Operativamente parlando, dipende da quanto grande è il progetto. Per Ep Produzione Fiume Santo abbiamo preso una macchina di 30 anni fa, abbiamo cambiato tutto il sistema di automazione, l’abbiamo dotata di nuovi software e hardware realizzati ad hoc e costruito una telegestione. Tutto in tempi assolutamente sostenibili e competitivi».
L’articolo è stato pubblicato sull’edizione cartacea del quotidiano e sul sito internet ufficiale del quotidiano La Nuova Sardegna
Versione originale al link sotto riportato:
http://www.lanuovasardegna.it/tempo-libero/2019/04/27/news/robot-nati-a-sassari-per-sfidare-il-futuro-1.17808021?ref=search